Virgen de Miragres
il terreno e il soprannaturale nelle Cantigas de Santa Maria, XIII sec.
La Vergine dei miracoli, della misericordia e del castigo, colei che guarda alla terra e ai suoi uomini con benevolenza e intransigenza, talvolta pacificatrice e talvolta implacabile, questa è la Beata Vergine raccontata nelle famose Cantigas de Santa Maria di Alfonso X di Castiglia. La Vergine Maria, è eletta protagonista assoluta in tutti i 427 canti di questa raccolta, sia che si narrino storie quotidiane o leggende esotiche, gesta di guerrieri, lotte tra cristiani e mori, insperate tregue o conversioni, e il suo influsso si compie, dispensando misericordia e giustizia, attraverso un’azione soprannaturale che fa sbalordire, tremare, esultare, sperare e soprattutto cantare lodi a lei stessa, la madre del Redentore.
Ci troviamo di fronte a una delle raccolte musicali più ricche ed entusiasmanti di tutto il medioevo, che ha appassionato frotte di studiosi, di musicisti e di spettatori. Questi brani, redatti tra il 1250 e il 1280, sono tutti scritti in lingua gallega, considerata dai poeti del tempo più consona alla creazione di una lirica epica universalmente compresa. Così, come una sorta di “Uffizio della Beata Vergine”, l’insieme dei canti si dipana secondo una struttura interna di 10 miracoli (Cantigas de Miragres) intervallati da un canto di lode a Maria (Cantigas de Loor). Ogni cantiga è numerata con cura e l'argomento di ciascuna di esse è esplicitato da una intestazione, secondo la reiterata ed eloquente formula "Esta è como...".
L’opera ebbe grande diffusione proprio per il fervore mariano che suscitò nei fedeli e gli splendidi manoscritti che ci sono giunti sono ricchi di miniature che, oltre ad essere una fonte ineguagliabile per la ricostruzione degli strumenti musicali in uso a quei tempi, illustrando la storia di ciascun miracolo, ci offrono uno spaccato della vita alla corte di Re Alfonso X “el Sabio”, detto il saggio, appunto, anche in virtù di aver commissionato la redazione di questa grande opera.
L’ordito melodico delle Cantigas di Santa Maria è un misto di contrafactum, ovvero della presa in prestito di musiche preesistenti (spesso da trovatori o da trovieri ma anche da repertorio sacro) rivestite da un nuovo testo, e di materiale di nuova invenzione, secondo le tecniche della composizione orale, nell’ottica di una più facile memorizzazione di questo repertorio. Ne consegue poi che la linea melodica risultante plasma il verso, regolandone col suo andamento la struttura metrico-ritmica. In più tali melodie tendono talvolta ad amplificare il senso del testo ed in altri casi lo ribaltano totalmente, ammiccando ad un senso sottinteso, nello scopo, esso stesso “miracoloso”, di ampliare la rete di significati affioranti da una prima percezione-comprensione delle parole. Così, in questo continuo slancio compositivo, lo stesso manoscritto delle Cantigas diviene soprannaturale e addirittura medicamentoso proprio per la persona di Alfonso X, come evocativamente narrato nella cantiga 209: Muito faz grand'erro.
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Sensus - dir. Marco Muzzati
Arianna Lanci: canto, clavisimbalum
Luigi Lupo: flauti, traverse medievali
Elisabetta Del Ferro: viella, liuto, ribeca
Marco Muzzati: voce recitante, salterio, campane, percussioni